lunedì 26 novembre 2012

ROMANIA TIGANEASCA




Partendo per la Romania, ho avuto la sensazione di imbarcarmi in un'avventura assurda, fuori dal tempo, quell'avventura che sognavo da parecchio.
I metodi poco limpidi per arrivarci di certo non mi tranquillizzavano, quelli che la mia famiglia Rom chiamava 'pullman per la Romania' altro non sono che furgoncini guidati da  soggetti di dubbia fama che passano la loro vita a fare avanti - indietro tra Bologna e Craiova...una scenetta da prime pagine dei giornali sul tema dell'immigrazione. Ma partiamo dall'inizio.

Ho conosciuto la mia famiglia Rom mesi fa, ad una festa nel parco dietro casa, abito alle periferie di Bologna, ci sono posti molto carini che purtroppo, essendo fuorimano, non vengono sfruttati, solamente una volta all’anno un festival di quartiere anima i parchi e i luoghi pubblici: ho frequentato un corso di cucina Romena e l’insegnante era Irina, la madre delle mie future amiche. Alla festa serale ho conosciuto e ballato con Rebecca, Cirasela e Adelina e da quella sera ci siamo viste quasi tutti i giorni, per mesi.
Le emozioni, le feste, le chiacchiere, le nuove amicizie sono state tante, ma ad un certo punto sono arrivati  momenti brutti, pasticci burocratici, e la famiglia ha fatto le valigie per tornare in Romania, in un piccolo paese vicino Craiova, Barca. E io sono andata con loro.

Di prima mattina, dopo avere dormito per terra abbracciata alle mie amiche (Irina, la mamma,  avendo paura di fare tardi per la partenza della mattina seguente, aveva buttato via tutti - TUTTI - i letti della casa la sera prima!), ci siamo rinforzate con la tipica  'colazione alla zingara': una scorpacciata di pollo, pane e maionese, per iniziare bene la giornata! Poi contrattazioni varie con l’autista e ,finalmente, si parte!

Venti ore di viaggio, mille e ottocento km, con musica pop Romena a tutto volume, balli e canti improvvisati, gente che mangia e che continuamente si stupisce vedendomi e dice: 'Ma tu sei Italiana? Cosa vai a fare in Romania? Cosa ci fai in mezzo a questi brutti zingari, non hai paura?' !
E alla fine, tra pic nic improvvisati nelle aiuole degli autogrill e dormite: Italia, Slovenia, Ungheria....Romania! Arrivati!

La prima cosa della Romania sono stati tre bambini. Piccoli, sporchissimi, che si aggrappavano ai vestiti chiedendo soldi, con le cicatrici in faccia.
Poi una visita a Cerata, paese abitato solo da famiglie Rom, un giro di saluti e abbracci, tra gente che già conoscevo e facce nuove, che avevano deciso di volermi bene.

L'aspetto più bello della Romania sono state senza dubbio le persone.
Io a loro lo dicevo sempre, camminando nel paesino tutti mi guardavano come fossi un'aliena, si domandavano come fosse possibile che un'Italiana fosse in quel paesello sperduto, povero, di Rom che raccolgono il ferro, di contadini....la felicità più grande era vedere lo stupore sulle loro facce e poi dei grandi sorrisi.
Vedermi lì con loro, a passare le giornate come le passano loro, in un posto dove non c'è nulla, al di fuori di ignoranti pregiudizi, per loro era davvero una gioia, e lo dicevano senza vergogna.
Ciò che io amo di questo popolo è soprattutto la sincerità: un popolo che per i ‘gagi’, i non-Rom,  dovrebbe vergognarsi di tutto e invece non si vergogna di niente.
Le emozioni sono forti, palesi, e si comunicano senza troppi giri di parole.
A tal proposito, non credo di essere stata toccata tanto in vita mia come in quella settimana in Romania! Quanti abbracci, che gioia! Quante strette di mano, quante mani che mi prendevano su ad ogni ora del giorno e della sera per andare a ballare un pò nel cortile o in camera, vicino alla stufetta.

Mani gentili che accarezzano, mani più rudi che strattonano per avere la tua attenzione, mani unte che cucinano, impastano, mani ruvide che buttano rami secchi nella stufa.
Un costante compagno di questo viaggio è stato il freddo. La nevicata che c'è stata qui in Italia, durante lo scorso febbraio, che è arrivata ad un metro di altezza, è partita dai Balcani: la stessa neve fina fina, l'ho riconosciuta!
Una mattina ci siamo svegliati ed era tutto bianco e la neve non smetteva mai di cadere.
Immaginate la stessa nevicata dell'Italia, le stesse stalattiti di ghiaccio che pendono dai muri ma...niente riscaldamento! Senza acqua calda!
Si, perchè lì c'era la luce...e basta.
L'acqua si va a prendere al pozzo che è in fondo alla stradina e l'acqua si scalda poi sulla stufa a legna..la legna si prende nella stalla dei maiali...il maiale si uccide, altrimenti da mangiare non c'è nulla....e si fa la festa per la morte del maiale!

Una grande festa, una serata fantastica, dopo ore passate a preparare salsicce, zuppe di carne, e tutto quello che si può preparare con un maiale (del maiale non si butta via niente!), hanno iniziato a spuntare parenti e amici da ogni dove, zie, cugini, ed ognuno aveva una bottiglia sottobraccio, vi lascio immaginare!
Dalla strada principale si sentiva la potenza delle casse dello stereo di Ursari, il fratello più grande, che metteva su le grandi hit di musica pop Rom e tutti ballavamo come matti, tutti alticci!

Da bravi contadini alla mattina mi svegliavano con un bicchiere di vino caldo zuccherato!
Le giornate erano così, molto semplici, sempre affollate di persone.
Quello che soprattutto si fa, durante la giornata, sono chiacchiere, discorsi e ragionamenti infiniti, non sempre basati su cose reali. Spesso mi è capitato di parlare con ragazzi e ragazze Rom che palesemente si stavano inventando quello di cui parlavano...ma era bello così, per loro credo che in fondo, vero o non vero, sia uguale...
I tempi sono quelli del sole si potrebbe dire, ci si sveglia prestissimo alla mattina, si pulisce la casa, si fa da mangiare, si badano i fratelli più piccoli, si fanno dei giri in paese, si balla ed alla sera eravamo a letto a dormire già alle sette, otto...sfinite!
Io dormivo con le mie due amiche in un lettone matrimoniale, dormivamo tutte le notti abbracciate strettissime per via del freddo...non ho mai dormito così bene in vita mia.

La condivisione di tutto, anche del sonno.
Non c'è cibo buono che puoi gustarti da solo, non perchè gli altri sarebbero invidiosi, ma perchè è più bello anche per te condividere le cose.
Una stecca di cioccolato comprata all'alimentari andava spartita per sei, sette persone. Per qualsiasi cosa è così. Ed è un valore meraviglioso che noi non abbiamo più... Si condividono gli spazi, la privacy non esiste, perché poi dovrebbe esserci? Io facevo pipì guardando in faccia le mie amiche che nel frattempo continuavano a parlarmi come se nulla fosse!
Di qualunque cosa non bisogna avere vergogna, in fondo siamo tutti fatti uguali, o no?

Per quanto riguarda le dinamiche familiari, il ruolo della donna è fondamentale, ed è per questo motivo che Irina, che avrebbe voluto tornare in Italia per lavorare, invece è rimasta in Romanià. La famiglia non sa andare avanti senza di lei: mi ricordo un giorno in particolare, in cui Irina era stata a Craiova per andare a trovare il fratello in carcere...e beh, sono visite che richiedono un po’ di tempo e oltretutto al ritorno ci ha raccontato che le si era pure ingolfata l'auto...per cui, è stata via dalla mattina presto alla sera.
Al suo ritorno Sorin, il marito, era arrabbiatissimo, erano tutti affamati perché non sapevano da che parte cominciare per prepararsi una cena....un delirio! Irina mi ha guardata, sconsolata, e mi ha detto: 'vedi, Syre?' (il mio nome è stato trasformato prima in Seina poi in Syre) 'come faccio a tornare in Italia quando qui, a casa, con un marito e quattro figli, nessuno sa prepararsi da mangiare?'

Il giorno del mio compleanno ero là, in Romania. E' stato buffo perchè tutti sembravano sentirsi in colpa del fatto che non potevano offrirmi grandi regali o grandi feste.
In realtà, io ero la più felice del mondo.
Eravamo là, alla sera, nella stanza di irina e Sorin, a mangiare pezzi di maiale arrosto e pane fatto in casa, guardando un reality Romeno dai toni kitsch, con Ursari che raccontava storielle per farsi grosso e continuava a darmi baci per fare ingelosire sua moglie, ogni volta urla da ogni dove e scenette comiche, che buffa coppia!
Ursari e Cirasela: lui ha 18 anni, lei 15 ed è già incinta, di tre o quattro mesi, non ricordo bene.
Quando si sono sposati, un paio di anni fa, si erano visti soltanto una volta e per pochi minuti.
E' stato un matrimonio organizzato dalle due famiglie degli sposi.
Il video della festa lo avrò visto dieci volte! Ogni settimana quando andavo a casa loro qui a Bologna, Irina metteva su il video e si commuoveva ogni volta e ogni volta mi ri-raccontava la storia del loro matrimonio!
Ursari è un bel ragazzo e lo sa bene, per in giro fa il galletto per poi tornare a casa a raccontare le sue conquiste alla moglie, che infatti è sempre imbronciata! Una piccola moglie in miniatura col pancione e le labbra 'da mucca', come dice Ursari, sempre lusinghiero...



Sorin e Irina, i genitori,  sono invece una coppia bellissima, anche se la loro storia è iniziata in maniera drammatica.
I matrimoni tra i Rom possono farsi in diversi modi:  matrimoni combinati, in cui quindi sono le famiglie ad accordarsi, oppure tramite la 'fuitina', molto diffusa anche in Italia anni fa a dire il vero, cioè una fuga d'amore tra due ragazzi che decidono di scappare insieme e al loro ritorno sono già una coppia.
Oppure, il modo più 'cruento'(per la donna): il 'rapimento'.
La donna viene proprio 'rapita' dall'uomo che la desidera e portata via....a quel punto la donna può essere d'accordo e offrirsi al futuro marito di sua spontanea volontà, oppure può chiamare i carabinieri farsi riportare a casa senza che avvengano grossi scompigli nella comunità. Per Irina però non è stato così: Sorin l’ha rapita mentre era al mercato, portata via e violentata contro la sua volontà. Ci sono state lotte, in seguito, tra le famiglie, alla fine Irina ha deciso di andare a vivere con Sorin per evitare ripercussioni spiacevoli sulla sua famiglia, e per una questione ancora più misteriosa di dignità.
Irina me l'ha raccontata tante volte questa storia, tranquillamente. Ed è sempre bella la parte finale in cui mi dice che ora è tutto diverso, ora lei è proprio innamorata di Sorin!
Le piace di più anche fisicamente, perchè all'inizio era magro e ora invece è decisamente grasso (lei dice 'bello sano'), e tutte le mattine si danno il bacino del buongiorno!
Mi vengono le lacrime agli occhi scrivendo di queste piccole cose. Queste confidenze, questi gesti piccoli ma significativi, questa infinita semplicità....

Invece Rebecca, la mia amica (che ha appena compiuto 16 anni, ma come tutte le ragazze Rom sembra molto più grande), ha fatto la fuga d'amore ed era 'sposata' (senza cerimonia) con un ragazzo, Vali, poverissimo e che a quanto pare ha venduto i suoi orecchini d'oro per soldi, oltre a trattarla male. Per cui ora è come se avessero 'divorziato' e la mia amica, da brava ragazza Rom, non aspetta altro che un nuovo marito per fare una grande festa di 3 giorni, come da tradizioni!
Insomma, sono stati dei giorni molto belli e intensi in Romania e io mi sento una privilegiata ad essere riuscita ad entrare in questo mondo che mi è così caro.
Di sforzi ce ne sono voluti, e tanti.
Si tratta comunque di un incontro tra culture diverse...ma non è impossibile, credetemi.
Una volta all'interno, si può scoprire un'umanità incredibile.
E' un invito a non lasciarsi abbindolare da stupidi stereotipi, un invito a guardarli come persone, e non come guardereste il vostro cane. E' un invito ad essere aperti alla diversità, all'altro, alle altre culture. Perchè c'è del Bello ovunque, e sarebbe una così grossa perdita non coglierlo.

Infine, arriva sempre il momento di tornare a casa, il viaggio del ritorno:
è stato molto dubbio, fin dall'inizio, con la neve che c'era, non si era nemmeno sicuri di partire...e poi, al ritorno ero da sola.
Ero un po’ in ansia inizialmente, per via di questi autisti (alla fine si sono rivelati assolutamente corretti e disponibili)...insomma, non si sa mai. Sono 20 ore di viaggio, non poche, in balìa di questa gente che potrebbe portarti dove vuole, voglio dire, se mi trovo nei guai in Ungheria, chi mi viene a recuperare?
Questo era un consiglio di viaggio: prendete le Euro Linee di trasporti per la Romania! Costose ma facili e sicure!

Le parti più divertenti sono state quelle alle dogane: si danno i documenti e poi il poliziotto apre la macchina e chiama a gran voce tutti i nomi guardandoti in faccia.
Ecco, faceva parecchio ridere perchè ogni volta c'era grande stupore nel vedere tutte queste facce lunghe e brutte da ‘zingari’ coi denti d'oro...e in mezzo io, felicissima che saluto dicendo 'qui, sono io!' !

Al ritorno il viaggio è stato più bello che all'andata, siamo partiti di giorno e con la luce ho potuto vedere un pò di paesini dall'interno, mentre l'auto girava per le stradine prelevando i passeggeri dalle loro case. Ho visto una parte di Timisoara, delle chiese bellissime coperte di neve, mi ricordo tutti i bambini in strada che salutavano il nostro furgoncino quando passava, poi distese di neve con cani lupo che correvano...sono posti tutti da scoprire.

Durante quelle 20 ore ho avuto modo di parlare un po’ con tutti...
In particolare con una madre (giovanissima, ha la mia età) che ad un certo punto ha tirato fuori dalla borsetta la fotografia dei suoi tre figli e con tranquillità mi ha detto:
'Vedi il più grande? lui ha i capelli biondi biondi biondi...non sembra un brutto Zingaro...forse lui avrà fortuna nella vita.''





.Serena Raggi





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